giovedì 10 giugno 2010


"Crediamo che questa esperienza sia stata importante perché ci ha dato la possibilità di conoscere un’altra realtà e un’identità socio educativa differente e di:
· osservare il lavoro che svolgiamo quotidianamente con gli occhi di un osservatore;
· rileggere le nostre modalità di lavoro nelle pratiche quotidiane, dall’approccio alla relazione ai contesti e a tutto il sistema educativo;
· mettere in evidenza le loro modalità differenti dalle nostre che quindi ci danno la possibilità di cogliere spunti di riflessione per il nostro agire;
· abitare l’opportunità di mettere in discussione le nostre consolidate consapevolezze generando nuovi pensieri;
· vivere la possibilità di scambio e confronto di pensieri e opinioni rispetto alle tematiche educative tra noi colleghe (bassa reggiana) che abbiamo vissuto insieme questaesperienza;
· cogliere pratiche che noi abbiamo visto come democratiche e che offrono l’opportunità di ri-discutere e calare nella nostra quotidianità (es: autonomia, responsabilità, fiducia, «libertà»);
· accogliere l’opportunità di confrontarci sulle differenze e o similitudini che accompagnano il nostro lavoro nelle diverse realtà che se pur così vicine non abbiamo modo (o poco) di approfondire e vivere direttamente." Elisa ed Enrica

lunedì 7 giugno 2010

«... Mi sono avvicinata a strategie e modalità che fino ad ora non avevo incontrato o, semplicemente, non avevo messo in atto e che, seppur con fatica, ho cercato di agire ed abitare all’interno della scuola al mio ritorno: mi sono resa conto che nuove strategie, anche semplici, possono migliorare la qualità delle relazioni e sostenere ancora di più il benessere dello stare a scuola. In relazione al benessere, ho riletto questo concetto, troppo spesso valorizzato ma in concreto non sempre sostenuto... hanno generato in me la voglia di provare a valorizzare e a sostenere quel benessere a noi tanto caro attraverso modalità differenti e nuove e, quindi, ad affiancare a consuetudini assodate anche ascolti diversi». Claudia

 

«L’esperienza vissuta al Kindercampus di Hilversum è stata particolarmente interessante ed emozionante; ci ha arricchite sia dal punto di vista professionale che personale e ci ha permesso di cogliere le differenze di stile educativo e di riflettere su come importare alcuni aspetti modificandoli in base alle nostre realtà culturali.
Ciò che ci ha colpito particolarmente è stata la scelta di organizzare le sezioni con bambini di età mista e questo favorisce, dal nostro punto di vista, la collaborazione, la crescita dell’autonomia e il sostegno reciproco». Elena e Lucia

giovedì 3 giugno 2010

«L’esperienza in Svezia ha indubbiamente cambiato la mia visione sull’autonomia dei bambini, soprattutto all’esterno, in quanto hanno una maggior possibilità di sperimentarsi in giochi che noi riteniamo pericolosi... L’altro aspetto che mi ha colpito positivamente è stato il clima di tranquillità e serenità che si respirava in ogni scuola dovuto anche ad un tono di voce basso sia nei bambini che negli insegnanti ed anche questo è stato motivo di riflessione con le colleghe e con il mio gruppo sezione, ed ha apportato dei piccoli cambiamenti nella quotidianità». Rossana



«...la visita in Olanda mi ha riempita di curiosità per un altro modo di fare scuola, generando in me tantissimi interrogativi e riflessioni rispetto alla mia realtà: «fare scuola» in una scuola dove non si insegna, ma nella quale si offrono ai bambini spazi di crescita e opportunità di conoscenze davvero «pensate». Nella scuola olandese ho avuto la sensazione che le famiglie scelgano il Kindercampus consapevoli del loro ruolo di collaborazione, del loro impegno costante; condizione indispensabile per un percorso educativo e formativo». Grazia
«Un viaggio, apre la mente, allarga i confini…
Il mio viaggio in Olanda è stato ricco di incontri…
Incontri con persone e luoghi.
Come ben sappiamo gli incontri generano relazioni, scambi. Nel corso di questa esperienza io e le mie compagne di viaggio ci siamo confrontate con insegnanti di paesi e culture differenti, scambiandoci pensieri, condividendo teorie, superando con fatica difficoltà di comunicazione (lingua)
Entrare come «osservatori» al Kinder Campus, incontrare bambini, insegnanti e spazi, ci ha permesso di riflettere sui tanti elementi che costruiscono una scuola, insieme a quelli che sono stati i focus osservativi specifici della visita.
Ci siamo ritrovate a riflettere sul «fare quotidiano»: routine spazi, materiali e figura dell’adulto (gesti, sguardi, toni di voce atteggiamenti ecc); riflessioni, queste, che hanno sollecitato inevitabilmente pensieri più «larghi», che hanno evidenziato valori culturali a volte differenti dai nostri, che spesso sostengono teorie e pratiche pedagogiche.
Personalmente ho riflettuto sul «mio modo di essere educatore», sul significato e sul valore del mio ruolo, della mia professionalità, non ferma e statica, ma vero e proprio percorso di crescita e ricerca, in una scuola che fa parte di un territorio, ma sempre più in connessione con culture differenti, che esperienze come questa vanno ad arricchire». Irma

mercoledì 2 giugno 2010

«Ripensando all’esperienza di visita in Svezia e alle riflessioni successive, abbiamo condiviso che parlare di educazione democratica, significa pensare al progetto di partecipazione, inteso come:
_ valore che allena al confronto, a conoscere e a conoscerci
_ tempo della quotidianità dell’adulto, ma anche del e per il bambino
_ stile di vita e pedagogico, per ampliare e coltivare le relazioni, la responsabilità di ogni soggetto in un gruppo, lasciando emergere le differenti individualità
_ autonomia
parole chiave: partecipazione = ascoltare, essere ascoltati = conoscenza dell’altro, dei contesti, degli stili = democrazia = quando ognuno, bambino e adulto, può partecipare al fare». Donata